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Postcolonialismo e decolonialità
​conversazione con Binta Diaw e Lucrezia Cippitelli
a cura di Vera Pravda e Giulio Verago
16 Marzo 2021
h. 17.00


Foto
Binta Diaw

artista visuale di origine senegalese e italiana, di base a Milano (IT). Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) e ha ottenuto un MA presso la ESAD (Grenoble-Valence, Francia). Le sue installazioni si confrontano con fenomeni sociali quali migrazione, antropologia e identità.
La sua pratica si interroga sulle percezioni dell’'italianità' e dell’'africanità' in relazione alla propria eredità culturale e alla sua istruzione. L’artista adotta una metodologia profondamente intersezionale, afro-diasporica e femminista, che muove dalla propria esperienza personale di donna nera in un contesto occidentale. E’ stata recentemente selezionata per il workshop Q-rated della Quadriennale di Roma presso il Museo MADRE di Napoli; il YGBI Residency- BHM a Firenze; il Seed for future memories Residency presso Villa Romana. Nel Gennaio 2020, Diaw debutta con la sua prima personale In search of our ancestors’ Garden presso la Galleria Giampaolo Abbondio, Milano. É una delle artiste che prenderanno parte alla 19esima edizione della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo. Tra le mostre si segnalano Nero sangue presso il Museo MA*GA di Gallarate, le mostra collettive Soil is an inscribed body presso Savvy contemporary, Waves between us presso La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e I have this memory, it is not my own presso Galerie Cécile Fakhoury di Dakar. Attualmente Diaw è in residenza artistica presso VIR Viafarini, Milano.
Foto
Lucrezia Cippitelli 

Storica dell'arte, educatrice, curatrice, co-direttore di Art Hub. Direttrice artistica di Atelier Picha, piattaforma educativa della Biennale di Lubumbashi 2022 (Repubblica Democratica del Congo), di cui è curatrice.
Titolare della cattedra di Estetica all’Accademia di Belle Arti di Brera. Socia di cheFare, Agenzia per la Trasformazione Culturale, con cui ha curato Civic Media Art (2017-18), progetto transnazionale di arte pubblica e partecipativa a Milano. Nel 2005-06 ha vissuto e lavorato a L'Avana, dove ha insegnato all'Istituto Superior de Arte e fatto ricerca presso la Biennale de L'Avana. Nel 2007 è stata Visiting Scholar all'Africana Studies Research Center della Cornell University, dove ha anche lavorato nella redazione della rivista “NKA-Journal for Contemporary Arican Art”. Tra il 2013 ed il 2016 è stata Faculty Member della Addis Ababa University, nel Skunder Boghossian Institut for Visual Studies, come direttore del Master in Fine Arts, che ha ideato ed avviato.


BIBLIOGRAFIA SINTETICA:


Toni Morrison (1974): The Black Book. New York: Random House.
​

Glissant, Édouard (1990): Poétique de la relation. Paris: Gallimard.


Lucrezia Cippitelli (2014): 'Postcolonialism', Encyclopaedia of Aesthetics, Vol. 5. Oxford: Oxford University Press, pp.246-250.
​
bell hooks (2014): Ain't I a Woman: Black Women and Feminism. Abingdon: Taylor & Francis Ltd.

Frantz Fanon (2015): Pelle nera, maschere bianche. Pisa: ETS.

AA.VV. (2017): The White Hunter. Il Cacciatore Bianco. Memorie e rappresentazioni africane. Milano: FM Centro per l’Arte Contemporanea. Berlin: Archive Books.

Toni Morrison (2018): L'origine degli altri. Segrate: Sperling & Kupfer.

Walter D. Mignolo, Catherine E. Walsh (2018): On Decoloniality. Durham: Duke University Press.

Aimé Césaire (2020): Discorso sul colonialismo. Seguito dal «Discorso sulla negritudine». Verona: Ombre Corte.

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